I sogni ed i progetti esistono per essere raggiunti

Ottobre 2023

Tra le tante idee che mi frullano costantemente per la testa, una su tutte da un po’ di tempo non mi lasciava tranquillo. Quel pilastro, quel bellissimo pilastro slanciato verso l’alto, congiunzione tra mare e cielo contornato alla base da una vegetazione verde, marcata, selvaggia, ostile al passaggio così come madre natura l’ha creata.

Questo Pilastro è ben visibile da Golfo Aranci. Sembra posto come baluardo in difesa di Capo Figari e dalla casa di vacanza in terra sarda, ogni mattina la mia vista ne viene costantemente rapita. Ma si sa’, non sempre tutto è possibile o raggiungibile o perlomeno non quando noi vorremmo. E così questo sogno, questa linea di salita per diversi anni è rimasta nel cassetto come tante altre.

Ma ad Ottobre del 2023 qualcosa è cambiato, non ero più disposto ad aspettare e forse avevo al mio fianco anche il compagno giusto, l’amico con cui condividere questo sogno, questa salita. Tutto nel tempo dell’ora prende forma, il sogno inizia a materializzarsi e tutto sembra così irreale da non crederci.

Presi i biglietti siamo in Sardegna. I giorni a seguire saranno giorni unici, dedicati a trovare il percorso migliore per l’approccio al pilastro, alla salita in stile alpino, al disgaggio e alla condivisione di emozioni uniche tra me e Pietro. Aprire una parete vergine è una grande emozione, passare dove nessuno ha messo piede ti fa sentire un esploratore, l’incognita mette pepe all’avventura e per il resto ti senti come uno scultore davanti ad un blocco di granito. Sta a te tirarne fuori il meglio. Procediamo bene, la linea prende forma ed è una gran bella avventura. Scegliamo il nostro stile e tra chiodi, friend e fix un tiro dopo l’altro saliamo verso la cima.

Peccato che i giorni di permanenza finiscono. È il momento di tornare a casa. Decidiamo così di pianificare il nostro assalto alla vetta per marzo, rimandando così di qualche tempo la nostra discesa in Sardegna. Gli impegni di lavoro ci sono e vanno rispettati.

Ma ahimè la sfiga ci vede bene e così un infortunio a Pietro lo esclude dai giochi. Che fare??? I biglietti sono presi, la statica è in parete ed in più con noi si è aggiunta forza lavoro, il mitico caimano Armando!!! Sorgono mille dubbi, mille incertezze, scendiamo si/no, chiedo a qualcuno di accompagnarmi nel progetto, rimandiamo, che si fa’???? Ma nel profondo la mia decisione era già stata presa. Ho sempre avuto verso l’alpinismo un approccio romantico, di rispetto, il valore della cordata e nella mia vita alpinistica ho sempre messo prima l’amicizia alla prestazione. Perché dovrei cambiare ora??

Con Pietro si è creata una bella amicizia e questa va’ oltre qualsiasi linea o piacere, voglio completare con lui questa linea. Decido così di comunicarglielo e vi posso garantire che una volta effettuata la scelta e comunicata mi sono sentito veramente bene, sollevato. Ora potevo guardar oltre. Pietro rimane piacevolmente colpito e rimandiamo il tutto a giugno.

Presa la scelta di partire, Pietro farà riabilitazione al mare ed io con il Caimano, inizierò a pulire i tiri già fatti della linea risalendo la statica. Questo era ciò che mi ero messo in mente, ma una volta lì ho deciso di perlustrare la zona un po’ oltre la linea del pilastro, scovando così 3 pinnacoli che hanno richiamato subito la mia attenzione. Guardo Armando e gli dico e se invece di ripulire la linea sul pilastro ne aprissimo una nuova, magari una normale per tutti con vista mare che ne dici???

Il Caimano annuisce, la scelta è presa. Da lì alla partenza dopo 5 giorni, saranno giornate intense di lavoro dal mattino alla sera, senza momenti di riposo accecati dalla brama e alimentati dall’euforia apriremo 2 nuovi itinerari. L’aiuto di Armando è stato fondamentale, disgaggio, pulizia, trasporto materiali. Da solo non avrei potuto portare a termine i progetti iniziati. Perché, da considerare, che dopo aver salito lo spigolo creando una bella linea normale di accesso con difficoltà classiche, la vista non poteva che spaziare sulla traversata delle tre punte. Vuoi poi fatta l’attraversata non creare una linea ben più dura ma super estetica con tiri in placca, diedro e strapiombo??

Certo che sì. Dalla base della torre si era vista una linea fattibile fino alla cima, ora avevamo la certezza.

Questa toccata e fuga in terra sarda ci ha regalato una bella esperienza a portata di mano. Forse alle volte bisogna solo aver voglia di guardar oltre senza per forza inseguire vie e spedizioni in terre blasonate per divertirsi e vivere un’avventura.

Sono nate così:

Via Bentu Malu 80mt diff.4° grado 3 tiri di corda con soste attrezzate a fix.
Via Domo Mea 130mt diff.7a 4 tiri di corda con soste attrezzate a fix

Le vie sono alpinistiche con alcune clessidre o massi incastrati attrezzati con cordone, alcuni fix in via ma tutte e due necessitano di una serie completa di friend per la progressione.

La discesa è in doppia ed attrezzata sull’ultima sosta della via Bentu Malu. Calata da 30mt e si è alla base. Dalla via Domo Mea alla via Bentu Malu, l’attraversata è attrezzata con 3 fix. Il complesso di 3 punte dove ho salito le 2 vie non ha un nome quindi l’ho chiamato Le 3 Monachelle.

Ringrazio questa fantastica terra di avermi concesso l’approccio. Ringrazio i miei amici Armando e Pietro e non mi rimane che dire ci vedremo a giugno per completare il nostro progetto.

G.A. Cinghio