Pic Sans Nom……Rajes des Fesses, ED V / 5+6

…. un sogno, il raggiungimento di un obbiettivo nella mia formazione alpinistica ed umana. Per altri, quello che sto dicendo non ha alcun senso, come fare a dire che una via di ghiaccio e misto scalata in solitaria possa essere una grande meta da raggiungere, una chimera, un traguardo importante della mia vita.

Beh, per me lo era ed ora lo è!! Ogni anno dal momento che l’amico Ponti mi ha messo a conoscenza di questa magnifica via, aspettavo l’inverno per poterla attaccare. Mi preparavo nelle condizioni migliori sia fisiche che mentali per poter affrontare questa salita forgiata dai più grandi ghiacciatori dell’epoca. Nome a caso il grande” Boivin”, ma ogni anno non era quello giusto o non c’ero di testa o di fisico, (varie operazioni al ginocchio) e quindi lei rimaneva sempre lì in attesa del mio ingresso. Ma quest’anno, l’anno meno in forma di tutti dovuto ad un incidente che mi ha tenuto bloccato per 6 mesi, dovevo far qualcosa per riscattarmi come alpinista ma soprattutto con me stesso.

Ed è così che vedendo in rete la linea salita da una cordata quest’anno mi è entrata in testa e da lì ha iniziato un incessante picchiettio che diceva: “e’ il tuo momento, dimostra ciò che sai fare”.

Ma quel poco di razionalità che ho, di cui parla sempre il mio amico Efrain,mi dissuadeva un po’ dall’idea tanto da farmi passare le ultime ore prima della partenza per Briancon in un ansia inverosimile. Informazioni meteo, chiamate agli amici per sapere cosa combinavano per trovare un escamotage con me stesso per non partire, chiamate a chi l’aveva fatta il giorno prima scrivendo: “condizioni effimere ed in proteggibili”, tra l’altro senza avere un minimo di risposta, fino ad arrivare alle 16.30 alla partenza per il Pic Sans Nom.

Viaggio in seghe continue, il tempo non è buono, il giorno prima al Monte Disgrazia si sfondava al punto da farci tornare indietro, non vorrei fosse così anche qua’, ma ormai ci sono e domattina iniziano le danze. Mi preparo al bivacco in macchina nel parcheggio isolato di Prè de Madame Carle, quando ad un certo punto vedo arrivare a gran velocità una vettura. Incuriosito dal pazzo scatenato, fumando la mia paglia mi dirigo a conoscerlo. Porca vacca è spagnolo ed il mio spagnolo utilizzato solo in vacanza per rimorchiare, penso che con lui avrebbe un cattivo effetto, ma inventandomi qualcosa in maniera indifferente, gli chiedo quale sarebbe stata la sua meta.

….Raje des Fesses… mi risponde ed io:” nooo anch’io” e lui:” solo?” ed io:” solo!!”…..”allora compagnero my rope par la salida” ed io:” ok ma par la discesa, io salida in solitaria non chiodar nada” e lui:” ok non problem salida libera” e cosi dopo che lo spagnolo di nome Oriol conosciuto per caso con lo stesso obbiettivo mi offrì parte del suo kus kus ci abbandonammo con risveglio alle 2.30 per colazione e partenza.

Giornata mondiale sono le 3.30 circa l’accesso con le ciaspole è più faticoso del previsto, ogni tanto sfondo ed il mio ginocchio non è per nulla contento, ma non posso star dietro ad Oriol con gli scii, il mio spirito patriottico non lo permette ed allora testa bassa e via fino all’attacco. Alla vista della linea di salita la fatica fatta per l’accesso scompare e sale l’adrenalina a 1000 per la salita’ tanto sospirata. Attacchiamo così la via alle 6.00 alle prime luci dell’alba. Ci leghiamo le corde per non averle nello zaino ed in conserva, molto sprotetta, fidandoci l’uno dell’altro come compagni di merende, in un baleno siamo in cima.

Sono le 9.00, il tempo è ancora buono qualche scarica di neve e ghiaccio ma tutto nella norma. Siamo in orario per scendere senza problemi causati dal sole che batte la parte alta della parete. Attrezziamo così 3 abalakov che ci porteranno insieme alle altre soste alla base del conoide d’attacco. L’emozione è fortissima, ho il magone, mi guardo attorno e mi vedo immerso da queste montagne enormi sopra di me e penso:” Grazie per quello che mi dai e a tutti coloro che dall’alto mi guardano!!”. Un urlo di gioia al grande Boivin, mio guru’ ispiratore e via. Oriol riprende i suoi scii e dopo esserci salutati vola giù come un razzo, deve tornare in Spagna.

Io metto le mie ciaspole e fluttuando sulla neve scendo a valle ripensando alla salita, all’amico incontrato ed alla prossima avventura che mi attende, le ferie non sono ancora finite!!!!