Vacanze di famiglia
Scalare in generale è figo, in Sardegna ancora di più e se poi ci mettiamo la partenza direttamente dal mare, beh così è l’apoteosi!
Dopo anni trascorsi a correre su e giù per il promontorio, nasce la voglia di esplorarlo e scoprirlo con le scarpette da arrampicata. Dopo le belle salite di 2 anni fa sul lato nord/ovest, ora volevo scoprire il versante che si vede arrivando in nave o aereo, prima di raggiungere Olbia opposto alla Tavolara: quello Nord/est.
È con questo desiderio che contatto Paolo, con il quale mi ero promesso di legarmi alla stessa corda. Ci eravamo conosciuti in occasione della prima ripetizione del pilastro. Lui vive a Golfo ed ora sta facendo il corso guide.
Fatto un sopralluogo sfruttando una gita famigliare, inizio a farmi un’idea del potenziale di tutta la parete e da lì partono i viaggi fotonici. Tornato in me, considero una porzione di parete che mi permetta una salita veloce e soprattutto in giornata: non posso assentarmi troppo, i Macachi potrebbero far parecchi danni se Re Luigi si assenta per troppo tempo!
Sento Paolo che si dimostra subito entusiasta. Sono felice di poter condividere questo giorno con lui, un ragazzo solare, semplice e sincero, di quelli che sempre meno se ne trovano in giro.
E allora, si parte!
Il tempo non è dei migliori, piove ed il mare è mosso. Ritardiamo solo di qualche ora, ma la voglia è tanta e siamo Suuuupppper carichi, vorrà dire che scaleremo più veloci. L’attracco avviene in stile incursori, da lì in poi sarà una pura goduria fino in cima!!
La scelta della linea alla fine si è dimostrata corretta. Una via bella quanto fluida con quel giusto pepe per godersi una meritata birra al ritorno nella civiltà. Abbiamo deciso di dedicare questa via a Mariasole, compagna di Paolo per il suo compleanno il 22.09.2025 il giorno dopo la nostra apertura. Ad oggi la via non presenta un ritorno via mare, ma solo attraversando via terra la vegetazione di Capo figari, e fidatevi è un gran delirio.
Per chi oggi vuole ripeterla conviene armarsi di un buon seghetto, senso d’orientamento e tanta pazienza. Al mio ritorno in zona andrò a piazzare le soste per la discesa in doppia facendo così ritorno con il gommone.


























